Ad Albano Laziale, nel corso del Consiglio Comunale del 29 luglio, è stato approvato il “Regolamento per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”.
Al di là dei contenuti del provvedimento, il dato politico da sottolineare è la circostanza che questo risultato è stato ottenuto grazie ad una serie di iniziative messe in atto da ben diciotto associazioni sinergicamente collegate con l’ASL, le scuole Superiori, esperti del settore e, soprattutto, dall’instancabile opera della consigliera comunale Gabriella Sergi.
“L’azzardo non è un gioco – Vinciamo la LUDOPATIA”: questo è stato lo slogan che ha ispirato le 18 associazioni che hanno chiesto e ottenuto che il Comune di Albano laziale si dotasse del “Regolamento per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP)”.
Qual è il succo dei tredici articoli che compongono il regolamento?
La finalità (Art.3) è quella di prevenire e ridurre il rischio del gioco d’azzardo e contrastare la relativa dipendenza. Nello specifico l’articolo elenca, tra gli obiettivi: la tutela dei minori; la tutela delle famiglie e popolazione anziana; il contenimento dei costi sociali, umani ed economici (sovra indebitamento – ricorso all’usura).
Tra le misure previste per prevenire fenomeni GAP c’è quella (Art. 5) del divieto dell’apertura di “centri di scommesse e di spazi per il gioco con vincita in denaro” in locali che si trovino a una distanza di 500 metri da: istituti scolastici e scuole d’infanzia, luoghi di culto, discoteche, biblioteche, musei, giardini pubblici, impianti sportivi, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, stazioni e fermate ferroviarie, terminal autobus.
Questo per il futuro. E per i locali esistenti? Per le gestioni esistenti si applicano tutte le prescrizioni e i divieti del regolamento. I gestori che spontaneamente vorranno adeguarsi anche alle nuove distanze potranno ottenere agevolazioni fiscali.
Inoltre, per il presente, molto importante è quanto riportato dall’Art. 6 che prevede l’emissione, da parte del sindaco, di un’ordinanza che stabilisca l’orario di apertura delle sale dedicate, nonché l’orario di funzionamento degli apparecchi da gioco, nel rispetto dei seguenti criteri: individuazione di fasce orarie che rendono difficoltoso il consumo di gioco in orari tradizionalmente o culturalmente dedicati alle relazioni familiari; evitare che siano attivi negli orari in cui i ragazzi non sono a scuola, ed in particolare in prossimità degli orari di uscita degli stessi da scuola.
Detto che è prevista l’apertura di uno sportello per la raccolta delle segnalazioni di trasgressione e che l’eventuale sanzione amministrativa va da 5.000 a 15.000 euro.
Maurizio Bocci
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