Nuovo capitolo nell’annosa situazione del Lago Albano di Castel Gandolfo con il “Villaggio Vogatori”, alloggiamento storico dei canoisti e dei vogatori alle mitiche Olimpiadi di Roma 1960. Dal 1968 sull’imponente bene, patrimonio dello Stato, opera anche l’associazione sportiva dilettantistica “Brunetti”, oltre 40 titoli di Campione d’Italia, un medagliere di valore assoluto conquistato in regate nazionali ed internazionali ed una meritoria attività come punto di riferimento per i giovani atleti dei Castelli.
L’ultima voce (per ora) a farsi sentire è stata quella del Consigliere regionale Fabrizio Santori, che il 12 febbraio ha rivolto un’interrogazione al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Daniele Leodori, in cui ripercorreva i punti salienti della vicenda, interrogando in merito il Presidente della Regione, on. Zingaretti, e l’assessore alle politiche demaniali, on. Sartore.
Riassumiamo brevemente i fatti. Nel 1999 la Brunetti chiede la concessione di 5 mila metri quadrati per regolarizzare l’occupazione del Bene, iniziata come detto sopra nel 1968. L’Agenzia del demanio centrale dà parere favorevole ed invia per competenza la pratica all’Agenzia regionale difesa del suolo, che la trasmette alla Regione Lazio per completare l’iter burocratico. A questo punto inizia il calvario: la pratica si arena fino al 2007, quando la Regione concede l’area per 19 anni, a fronte di un canone annuo di € 5.800,00 e € 32.800,00 a titolo di rimborso per l’occupazione dell’ultimo quinquennio, oltre ad una polizza fideiussoria di € 11.600,00. Tutto a posto? Macché: nel 2011, l’Agenzia del demanio richiede alla Regione Lazio la trasmissione del fascicolo Brunetti, compresi tutti i pagamenti già effettuati, poiché il bene in oggetto è Patrimonio dello Sato. Da allora la pratica, ineccepibile sotto tutti i punti di vista, è rimasta incastrata negli uffici del Demanio Lazio. Una situazione di stallo davvero inaccettabile, che ha fatto infuriare a turno tutti gli attori della vicenda ed ha infine portato il Consigliere Santori a formulare un’ipotesi di danno erariale, derivante dal comportamento lesivo della pubblica amministrazione, a svantaggio della Regione Lazio. Difatti, il consigliere si chiede, come si legge nel testo dell’interrogazione, se non si ritenga opportuno “intervenire per accertare e perseguire eventuali responsabili, oltre che sul piano disciplinare, anche su quello amministrativo-contabile”.
Una vicenda sintomatica dell’inefficienza in cui spesso cadono gli uffici, vittima di burocrazia e trascuratezza.
Matteo Ippoliti
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