Abbiamo più volte parlato della discarica di Roncigliano nei fatti di cronaca, come l’ultimo in ordine di tempo riguardante l’incendio che scoppiò nella discarica quasi un anno fa. Lo scorso 22 marzo il ossia il Consorzio Laziale Consiglio di Stato ha confermato l’informativa antimafia ai sensi del d.l. 159/11, emessa dal Prefetto di Roma a fine gennaio 2014 nei confronti della CO.LA.RI. (Rifiuti costituito oltre 30 anni fa) ed altre Società facenti capo a Manlio Cerroni. Il provvedimento prefettizio contro Cerroni ed il suo entourage muove l’accusa di essersi “tra di loro associati al fine di commettere reati di abuso di ufficio, falso in atto pubblico e traffico di rifiuti”. Prosegue l’informativa del Prefetto affermando che tale associazione era stata creata per “consentire -o ampliare- la posizione di monopolio di Cerroni e delle sue aziende di gestione di rifiuti solidi urbani”. Questo “al fine di -conclude l’ informativa prefettizia- di conseguire un ingiusto profitto gestendo abusivamente grandi quantità di rifiuti”. Proprio tale informativa antimafia interdittiva 159/11 venne emessa preventivamente per evitare le infiltrazioni mafiose all’interno dell’impresa onde interdire le Amministrazioni ad avere rapporti con essa o a far ottenere qualsiasi tipo di sussidio o sovvenzioni economiche. Per queste motivazioni il Consiglio di Stato evidenziava il fatto che “nella gestione delle attività ambientali e nei rapporti con le Amministrazioni pubbliche locali” venne imposto un modus operandi illecito “come nell’ emblematica vicenda del termovalorizzatore di Albano Laziale” conclude così il Consiglio di Stato. Per queste motivazioni un recente intervento (risalente all’ inizio di aprile 2017) del Partito Comunista dei Castelli Romani richiede l’interruzione immediata dei rapporti, anche economici, delle Amministrazioni Pubbliche locali con la società Pontina Ambiente ossia la società che gestisce la discarica di Roncigliano.
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