Sentiamo e leggiamo ogni giorno storie di malasanità. Vicende di persone comuni che muoiono di parto, per un malore non preso in tempo, per una complicazione che poteva essere evitata.
Medici incompetenti? Sfortuna? Strutture carenti? Le risposte tardano sempre ad arrivare, ma l’epilogo è spesso tragico e degli innocenti ne fanno le spese sulla propria pelle. Stavolta però, noi de La Voce dei Castelli vogliamo raccontare una storia a lieto fine, iniziata male ma miracolosamente conclusasi bene.
E’ la storia di uno di noi, di un compaesano (di Pavona) che rischiava la vita, ma che ce l’ha fatta. Si è salvato e tutto questo grazie al lavoro, al supporto e alla competenza del Presidio Ospedaliero San Giuseppe di Albano. Ma andiamo con calma e raccontiamo i fatti. Il protagonista è Bruno Pangione, di 53 anni.
Bruno aveva l’intestino perforato, è arrivato all’ospedale così ed è stato operato. L’operazione è stata molto difficile e al termine della stessa Bruno è stato colpito da una bruttissima infezione. Possiamo dire che era quasi “un caso perso”.
E’ stato 60 giorni nel reparto di rianimazione, nessuno pensava e forse sperava si sarebbe ripreso. Giorni infernali, giorni in cui le persone a lui vicine si preparavano al peggio. E inaspettatamente il finale invece ha cambiato tutte le carte in tavola.
Abbiamo parlato anche con il dott. Massimo Prota dell’Ospedale di Albano che ci ha confermato la ripresa di Bruno dopo quei momenti terribili e faticosi. Allora le strutture sanitarie non sono tutte “marce”, come ci è sembrato negli ultimi tempi, ci sono ancora persone in gamba e ospedali validi ed efficienti. Grazie all’aiuto dei medici e del personale del reparto ora Bruno sta bene.
Molte persone parlano di “miracolo”, il che può essere vero dato che in pochi riescono a salvarsi dopo aver subito questo tipo di operazione. Miracolo o no, l’importante è che Bruno si sia salvato e che questa vicenda serva ad esempio per tutti. Mezzi, farmaci e competenze potrebbero davvero fare “miracoli”.
Eleonora Persichetti
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