Purtroppo il tema della violenza sulle donne è sempre attuale. Essa si manifesta in vari modi ed il più delle volte è ancora sottovalutata nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione. Ci sono varie forme di violenza: fisica, verbale, psicologica. Da alcune statistiche si evince che spesso vengono consumate proprio nell’ambiate familiare.
L’anno scorso è nata ad Ariccia l’Università Popolare delle Scienze Psicologiche e Sociali – LINFA, una sede distaccata del Centro per il sostegno psicologico alla persona, alla coppia e alla famiglia di Roma. Sempre sul territorio di Ariccia il Polo formativo ha organizzato il primo evento pubblico: “La violenza nel sistema famiglia in un’ottica di genere: la presa in carico della DONNA, la protezione dei FIGLI e i piani di recupero rivolto agli UOMINI”, un evento che ha visto coinvolti i Servizi e le Associazioni dei Castelli Romani impegnati nel contrasto alla violenza di genere. Nonostante la sensibilità̀ sul tema sia oggi più̀ diffusa e siano numerosi i servizi presenti sul territorio nazionale per contrastare questo fenomeno, resta ancora molto dura la battaglia culturale da compiere.
La scelta del silenzio, dell’accettazione passiva, la convinzione illusoria di riuscire a cambiare l’altro, il tentativo di tenere unita la famiglia, sono ancora profondamente radicati nella donna a causa di un’educazione trasmessa attraverso stereotipi e ruoli di genere, spesso impercettibili. Altrettanto diffusa, da parte dell’uomo che agisce con violenza, è la scarsa consapevolezza dei meccanismi culturali che sottendono alla violenza stessa. Questi elementi impediscono di affrontare il problema in modo risolutivo dato che la scarsa consapevolezza di tali meccanismi non consente di modificare il fenomeno dalla radice. Si tratta di violenze che tutt’ora prendono origine da una cultura che imprigiona la donna dentro un ruolo che la vede costantemente a disposizione dei bisogni dell’uomo, della famiglia e dei figli e poco ai bisogni propri di persona.
Tale imprinting provoca, a livello psichico, una vera e propria ferita narcisistica e offesa all’autostima, elemento, quest’ultimo, necessario a sviluppare la consapevolezza di doversi e potersi proteggere fino a misurarsi con il coraggio di allontanarsi dall’uomo violento, separarsi o denunciarlo. L’unico cambiamento possibile, dunque, passa attraverso una profonda rivoluzione o progresso sociale e culturale, in grado di generare una reale parità dei diritti in tema di genere. Ossia è con l’insistente informazione che si combattono alcuni retaggi culturali che poi portano la donna ad essere oggetto di violenza. La sola ed unica vera arma è il sapere e questo sapere dev’essere impartito in ogni bambino e bambina sin da subito per farli crescere con la consapevolezza che nella società odierna ci sono pari diritti per uomo e per donna e che la donna non è un oggetto ma una persona.
La regione Lazio ha creato una rete regionale per il contrasto della violenza (femminile) di genere “VI.VI.VINCI SULLA VIOLENZA”. Mettendo a disposizione per tutta la regione un disnodarsi di servizi d’accoglienza telefonica, di case rifugio e di supporto psicologico ed assistenza legale. Sempre sul territorio di Ariccia, appartenente a questo progetto, troviamo l’associazione “ PONTE DONNA”.
Essa ha come obbiettivo quello di produrre iniziative e azioni specifiche contro la violenza verso le donne e le bambine. In rete con il mondo dell’associazionismo femminile ; le sue socie sono tutte professioniste specializzate nell’ambito della violenza, del disagio sociale e dell’emarginazione. (contatti: 347-9750095\pontedonna@libero.it) Forse solo così si potrà debellare questa piaga e ridare valore alla donna in tutto il suo essere.
Roberta Gigliotti
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