Se state pensando a un fenomeno politico di sinistra sulle sponde del lago di Castel Gandolfo, siete fuori strada. Si tratta, invece, di un’alga: la Planktothrix rubescens, che per la caratteristica colorazione che dà alle acque è detta alga rossa. Scopriamo l’alga più da vicino. Detta anche Oscillatoria rubescens è un’alga coloniale d’acqua dolce.
L’alga rossa fiorisce quando le risorse trofiche (ossia alimentari) sono aumentate: la fioritura avviene quando nelle acque è presente un numero maggiore di sostanze organiche e/o inorganiche. Questo suo proliferare, oltre alla tintura delle acque dello specchio lacustre, genera un abbassamento del livello di ossigeno disciolto in acqua e questo porta alla scomparsa dello zooplancton.
Il caratteristico colore rosso è dovuto ad un particolare pigmento fotosintetico, la ficoeritrina, che ha una funzione simile a quella della clorofilla ma che ha maggiore efficienza in acque poco luminose e profonde (con i suoi 168 metri di profondità è il lago vulcanico più profondo in Italia). La presenza di queste alghe venne segnalata per la prima volta nel lontano 1953.
L’alga per sopravvivere ha bisogno di una temperatura costante e per questo in estate scende fino a trenta metri per cercare refrigerio dalle afose temperature. Mentre in inverno l’alga sale più in superficie per cercare il calore dei raggi solari.
Numerosi studi sono stati compiuti dal Parco dei Castelli Romani con la collaborazione del Laboratorio di biologia delle alghe dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Secondo questi studi, l’alga in questione produce delle tossine che potrebbero essere dannose per l’uomo solo se ingerite, quindi, bisognerebbe bere l’acqua del lago per subire gli effetti delle alghe.
Le acque del lago sono balneabili dal 2010 dopo che un decreto del Comune di Castel Gandolfo ne aveva annullato la precedente non balneabilità. La proliferazione di questa alga è dovuta alla presenza di scarichi abusivi ed all’agricoltura che immette nelle acqua fertilizzanti e fitofarmaci. La recente (inizio estate 2009) costruzione della rete fognaria circumlacuale, voluta dalla Provincia di Roma e dai Comuni di Castel Gandolfo, Rocca di Papa e Marino, ha permesso lo sversamento dei liquami nei depuratori e consentirà con il tempo il miglioramento delle “condizioni di salute” del lago di Castel Gandolfo, che infatti dal 2010 è tornato balneabile.
Il presidente del Parco dei Castelli Romani, Gianluigi Peduto, in precedenza ha affermato che “ci vuole molto tempo perché la natura ritrovi i suoi equilibri” per ricostruire delle condizioni ecologiche ottimali. Proprio per questo sono necessarie costanza e perseveranza nelle azioni di tutela ambientale.
Danilo Governatori
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