La capogruppo del Partito Democratico Annamaria Perinelli: “Quello che sta mancando in queste ore è la dignità del tacere da parte di tanti che si vedono già proiettati per la prossima campagna elettorale”.
20 dicembre 2016, per la prima volta nella storia del Comune di Roma, il bilancio di previsione presentato dal MoVimento 5 Stelle viene respinto dal parere dei revisori che bocciano la manovra 2017-2019.
29 novembre 2017, per la seconda volta consecutiva l’organo dei revisori boccia le variazioni del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 del Comune di Torino, sempre targato 5stelle.
22 maggio 2018, dopo il terzo parere negativo dei revisori dei conti Sindaco e consiglio comunale di Ciampino ritirano il bilancio previsionale 2018-2020 e avvisano il Prefetto che, essendo scaduti i termini per la sua approvazione, è necessario avviare la procedura per la nomina di un commissario contestuale allo scioglimento del consiglio comunale. Tre situazioni amministrative identiche con esiti diametralmente opposti per Roma e Torino rispetto a Ciampino. Quello che è accaduto nel Comune castellano rappresenta certamente un’anomalia sulla quale molta disinformazione è stata fatta, vuoi per scopi meramente politici, vuoi per scarsa conoscenza della materia purtroppo anche da parte di molti comunicatori del territorio. Vanno subito chiariti almeno due aspetti per dovere di cronaca; il Sindaco Giovanni Terzulli non si è dimesso dalle sue funzioni ed il Comune certamente non ha dichiarato bancarotta. Allora, ci si chiederà, perché è stata presa una decisione tanto forte? Le ragioni sono molteplici e cercheremo di spiegarle di seguito. Da escludere certamente anche un eventuale risvolto politico della vicenda, se è vero che una maggioranza in consiglio Terzulli l’ha avuta fino all’ultimo giorno; e allora le ragioni di uno strappo tanto forte sono così tecniche che diventano difficili da comprendere per il cittadino comune. Sono molti i comuni in Italia che stanno incontrando diverse difficoltà ad approvare il bilancio di previsione alla scadenza indicata dal Ministero a causa della complessità sia del quadro finanziario e giuridico di riferimento che alle procedure codificate dalle norme e dai regolamenti comunali, ad inizio del nostro articolo abbiamo citato i due esempi più esplicativi rispetto a questa situazione che riguardano Roma e Torino.
Il bilancio di previsione è un documento di pianificazione economica e di programmazione politica che viene approvato annualmente dal Consiglio comunale su proposta della Giunta. All’interno dei documenti che compongono il bilancio comunale, ha una funzione autorizzativa in quanto stabilisce ex-ante l’entità, la natura e la destinazione della spesa che il Comune potrà sostenere nel corso dell’anno e le relative modalità di finanziamento, attraverso la programmazione dell’entità, della natura e della provenienza delle entrate. E’ importante la definizione perché proprio per la natura previsionale nel corso dell’anno si potrà intervenire attraverso lo strumento degli assestamenti. (Cit.) Da una attenta lettura degli atti emerge senza ombra di dubbio che la spallata all’amministrazione Terzulli sia stata la riforma di pochi mesi fa che ha costretto tutte le amministrazioni ad aumentare esponenzialmente le somme destinate alle cosiddette passività potenziali e i crediti di dubbia esigibilità. Proprio questi capitoli di spesa sono stati la causa dei numerosi emendamenti e correzioni al bilancio che il consiglio comunale ha dovuto, ogni qualvolta i revisori esprimevano un parere negativo, apportare in corsa. Una situazione di delicatissimo equilibrio resa insostenibile da un paio di sentenze definitivi relative a contenziosi aperti quando al governo della città c’erano altre amministrazioni e che, piombando sulla testa del Sindaco Terzulli, hanno fatto precipitare la situazione. Abbiamo sentito in esclusiva per La Voce dei Castelli la capogruppo del Partito Democratico Annamaria Perinelli che, nonostante il momento sofferto, ha gentilmente raccolto il nostro invito dichiarando quanto segue:
“Da una prima riflessione politica mi sento di sottolineare che se la giunta di centro sinistra del Comune di Ciampino va a casa non è perché sia venuta a mancare una maggioranza nè tantomeno perché sia stato sfiduciato il Sindaco. Anzi penso che il Sindaco esce a testa alta da questa situazione perché ha tentato in tutti i modi di evitare che a Ciampino arrivasse il Commissario tanto invocato da una minoranza miope che forse solo per una rivalsa dal punto di vista politico non considerava a quali danni si andrà incontro in questo fine anno di consiliatura. Non si può parlare di immobilismo dal punto di vista dell’azione politica né tantomeno di leggerezza e incompetenza nel trovare soluzioni a copertura di debiti fuori bilancio derivanti da contenziosi di vecchia data e passività potenziali che hanno gravato sulla predisposizione di questo bilancio. Quello che sta mancando in queste ore è la dignità del tacere da parte di tanti che si vedono già proiettati per la prossima campagna elettorale. Sicuramente ci sarà il tempo per fare le giuste valutazioni, perché non ci si vuole nascondere dalle responsabilità e negare che errori si sono commessi dal punto di vista politico e nel valutare, sbagliando, l’affidabilità di alcune persone. Come capogruppo del Partito Democratico respingo tutte le accuse che in queste ore vengono rivolte al Sindaco e alla sua Giunta e ai Consiglieri Comunali. L’onestà, l’impegno, l’integrità morale con la quale si è governato in questi quattro anni è indiscussa, e questo lo devono sapere tutti”.
La nomina a Commissario della dott.ssa Raffaela Moscarella apre una fase di amministrazione controllata per il Comune che si protrarrà fino alle prossime elezioni Europee del 2019, quando i cittadini ciampinesi torneranno a scegliere il proprio primo cittadino. Certamente in città si respira delusione, delusione per la fine prematura di un’esperienza politica di un giovane Sindaco sul quale molti erano pronti a scommettere, certamente colpevole di non essere stato in grado di comprendere in tempo quanto la situazione fosse critica e per questo incapace di porvi rimedio in tempo. Il centro sinistra a Ciampino gode di un profondo radicamento nel tessuto sociale e questo impone alla nuova classe dirigente che si appresterà a scegliere il prossimo nome per ripartire tra un anno di scegliere un nome azzeccato, soprattutto tenendo conto dei nuovi equilibri politici generati dal risultato delle elezioni regionali, che hanno sancito un netto scossone rispetto ai vecchi equilibri.
Matteo Ippoliti
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