Grottaferrata attende con una certa preoccupazione le grandi costruzioni, la grande espansione da pochi voluta e ancora mai realizzata. Promessa e in sospeso. Si parla di costruzioni che debbono essere concluse dal 1968, di interventi su ‘Carabrutta’ (di incremento degli abitanti per oltre il 60% nella zona), di espansione della città per centinaia di migliaia di metri cubi (si dice 190mila metri cubi). A preoccupare sono i servizi e le infrastrutture (già deficitarie in determinate zone), la viabilità, la distribuzione delle risorse idriche, l’inefficienza (o più che altro insufficienza) delle fognature, il fatto che si ignori la tutela del paesaggio, la sicurezza idrogeologica.
A ciò si aggiunga una pianificazione generale anch’essa deficitaria, che ha portato alla costruzione di alcuni stabili rimasti poi completamente inutilizzati. Il che dovrebbe anche far riflettere su quanto effettiva sia quest’impellente necessità di costruire che deve aver convinto le giunte che si sono susseguite a correre verso il mattone.
A completare il quadro vi è poi l’abusivismo edilizio, da cui quasi nessuno in Italia (nemmeno i criptensi) sembra essere immune. Il rischio di uno sviluppo edilizio scriteriato e dannoso è concreto e starà all’attuale giunta e alle prossime scongiurarlo. Il sindaco e la giunta si mostrano attenti al tema, e si propongono di affrontarlo nei prossimi mesi. Intanto anche i piccoli e medi interventi e lavori in città sembrano generare più disagi e lamentele che altro. Occorre un deciso cambio di direzione, una svolta per un’urbanistica migliore.
Giovanni Sparvieri
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