Alessandro Sardelli è un ragazzo di 19 anni, originario di Marino, noto ormai sulla scena italiana poiché ha già interpretato il personaggio di Pino Pelosi nel film “La macchinazione”, diretto da David Grieco, sulla vita e la morte di Pier Paolo Pasolini. Il suo sogno nel cassetto è diventato realtà. Noi de “La Voce dei Castelli” lo abbiamo incontrato per la seconda volta, poiché il film nel quale recita stavolta è stato presentato al Festival di Venezia! Ciao Alessandro, come stai? Un altro grande successo per te! E un altro film impegnato e impegnativo. Come sei finito nel cast di “Manuel”? Ciao tutto bene grazie. Più che successo è un altra conferma per me, ma spero soprattutto che sia un successo il film, perché Dario Albertini (il regista) se lo merita molto. In questo film sono riuscito ad entrare grazie alla chiamata di un mio amico attore, Manuel Rulli, anche lui ha debuttato con un grande film “Non essere cattivo” di Claudio Caligari. Grazie alla sua chiamata sono arrivato a conoscere personalmente il regista. Ho fatto diversi provini improvvisati senza copione e sono riuscito ad entrare. Ringrazio il mio amico Manuel con il quale ho un rapporto eccezionale. Grazie a lui sono nel cast. Chi è Manuel e cosa lo lega al tuo personaggio Robertino? Sono entrambi ragazzi difficili, che non avendo l’appoggio familiare, si ritrovano a condurre una vita senza protezioni e le loro azioni li condurranno in riformatorio. Robertino è un ragazzo difficile, con precedenti penali che finisce in riformatorio. E’ stato difficile interpretarlo? La chiave principale che mi ha permesso di interpretare questo personaggio è stata proprio quella di capire come si sarebbe potuto comportare un ragazzo che proviene da una casa famiglia. Mi sono immedesimato, immaginando pensieri ed emozioni. Ho cercato di essere più spontaneo e vero possibile. L’attrice o l’attore con cui ti sei trovato meglio sul set? Sul set ho legato particolarmente con il protagonista del film, Andrea Lattanzi, un attore che farà molta strada, e Manuel Rulli. Quando ti hanno detto che il film sarebbe stato presentato al Festival di Venezia, cosa hai provato? Inizialmente non riuscivo a crederci, perché mi sembrava veramente un traguardo irraggiungibile. Chi lo avrebbe mai detto che grazie a quel provino per La Macchinazione preso da me come un gioco, oggi ero qui a parlarti di questa bellissima esperienza. Penso che sfilare sul Red carpet del Festival di Venezia sia un qualcosa che non si può descrivere. Auguro con tutto il cuore a tutti quei giovani ragazzi che vogliono intraprendere il mestiere dell’attore di avere la fortuna che ho avuto io. In questi giorni ho avuto la fortuna di conoscere gli altri attori del cast che nei giorni di set non avevo incontrato e siamo diventati come una grande famiglia. Il bello di questo mestiere è anche questo, cioè quello di conoscere sempre persone nuove. Il tuo prossimo film? Fine settembre dovrò fare un cortometraggio dal titolo “Rincorrersi” di Federico Papagna, in cui mi vedrete nei panni di un ragazzo di strada. A breve, invece, uscirà Manuel, poi un altro cortometraggio, “Bruciateli Vivi”, di Luca Guerini, in cui sarò protagonista con Pietro Fornaciari e, infine, un film dal titolo “One like us”, di Stefano Calvagna, in cui farò la parte di un hooligan inglese quando era giovane ( l’hooligan è interpretato da Adam Shaw di “Salvate il soldato Ryan”). E ci salutiamo, felici di aver incontrato questo nuovo talento “in casa”.
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