Tecnologia IP per proteggere i marinesi. Intervista all’assessore Saverio Audino, assessore all’“Innovazione Tecnologica”
Non alla cultura, né ai giovani né al lavoro. Le priorità per i pentastellati marinesi non sono queste. I soldi risparmiati (una parte dei famosi 8 milioni?) andranno in telecamere e postazioni video per il controllo e la
“comunicazione tempestiva di ogni minaccia alla sicurezza sul territorio”. La cifra non è pervenuta. Ma niente paura, assicura Saverio Audino, neo-assessore all’’Innovazione Tecnologica’ del Comune di Marino nell’intervista che ci ha gentilmente concesso: ci sarà “un bel risparmio per la nostra comunità” e le nostre facce saranno “archiviate per un massimo di 7 giorni”. Esperto di tecnologie e-learning e di sistemi gestionali per le Grandi Utenze (come Questure e Polizia di Stato), Audino è stato cooptato il 13 settembre scorso dalla giunta Colizza per attuare il punto 6 del Programma 5S per Marino. Appassionato di nuove tecnologie e fautore della “democrazia partecipata e diretta”, ha avuto modo di sperimentare, già durante la passata edizione della Sagra dell’Uva, diverse foto-trappole in tecnologia IP. Risultato: due borseggiatori e qualche cittadino un po’ brillo.
Assessore Audino, può illustrarci i motivi, si suppone importanti, perché Marino si debba dotare di un sistema di controllo fatto di telecamere e foto-trappole?
La risposta sintetica alla sua domanda è questa: sì, è importante disporre di un sistema di controllo video per il nostro territorio per esclusive finalità di sicurezza urbana e per il contrasto di reati.
Ma per rispondere pienamente al suo quesito è necessario ripercorrere un po’ di storia. Dopo l’insediamento dell’attuale Amministrazione nel giugno 2016 si è cercato di capire quali dispositivi di controllo del territorio fossero attivi. Esisteva un progetto di videosorveglianza nel centro storico della nostra città già dal 2015 ma non era stato portato in esercizio per diversi problemi tecnici e di progettazione. Si è cercata quindi una soluzione con lo scopo di rendere attivi i dispositivi già acquistati dal nostro comune e avere un basso costo di gestione ed infine essere utile per la fornitura di nuovi servizi, oltre alla videosorveglianza. Una sorta di estensione della rete comunale. È stata, quindi, implementata sul nostro territorio una Hiperlan con tecnologia radio. In questo modo, finalmente, nella primavera del 2017 è stato possibile attivare le telecamere con costi enormemente più bassi del progetto del 2015.
Avete, quindi, già un’idea degli eventuali costi di questa operazione sicurezza che state approntando?
I costi preventivati per l’attivazione delle telecamere erano stati quantificati dalla Commissaria prefettizia Caporale ma purtroppo prevedevano spese di adeguamento e di gestione elevati. La soluzione da noi adottata ha previsto un costo iniziale per costruire una volta per tutte l’infrastruttura dell’Hiperlan, che supporterà, badi bene, anche servizi aggiuntivi di rete a favore dei cittadini, e ci consentirà di avere un canone di gestione annuo molto più contenuto rispetto alla soluzione precedente. Un bel risparmio per la nostra comunità, non le sembra?
Può spiegarci cosa si intende per ‘foto-trappola’ a tecnologia IP?
La tecnologia IP, in parole semplici a beneficio di tutti, consiste nella possibilità di indirizzare univocamente un dispositivo elettronico, sia esso una telecamera, un personal computer, una stampante ecc. nell’ambito della stessa rete. Nel caso di fototrappole a tecnologia IP ma non collegate in rete – in inglese ‘stand alone’ – abbiamo un funzionamento che si basa sulla registrazione delle immagini su un supporto elettronico. In un momento successivo, quando i dispositivi sono collegati ad un PC o alla rete, attraverso il protocollo IP, si attua lo scarico delle immagini ed il successivo processamento da parte degli uffici competenti.
Siamo indiscreti se Le chiediamo, a grandi linee, in quali luoghi verranno piazzate le telecamere?
I luoghi dove sono presenti le telecamere sono, ad oggi, quelli previsti nel progetto iniziale e cioè nel centro storico di Marino. Se invece la sua domanda si riferisce alle fototrappole non ho difficoltà a risponderle che esiste una determina dirigenziale pubblicata sull’albo pretorio che individua dettagliatamente i luoghi dove esse saranno poste. Naturalmente le fototrappole possono essere anche posizionate in luoghi diversi per esigenze della Polizia Locale, perché si deve ricordare che sono strumenti utilizzati per indagini di polizia giudiziaria.
Marino verrà dunque tappezzata di occhi indiscreti?
Le telecamere sono uno strumento di dissuasione ed al servizio della collettività per la sicurezza ed il vivere civile. Sarebbero “occhi indiscreti”, come lei le definisce, solamente nel momento in cui le immagini venissero utilizzate per scopi diversi da quello dichiarato che è unicamente la sorveglianza del territorio contro atti criminosi. Le telecamere sono sempre molto visibili, pubblicizzate con appositi cartelli – per legge – e poste a vigilanza dei luoghi pubblici.
Assessore, come la mettiamo con la privacy, una questione oggigiorno molto avvertita? E per rassicurare i cittadini: dove finiranno tutte le immagini raccolte dalle telecamere durante la giornata?
La privacy dei cittadini è pienamente tutelata dalle misure che abbiamo implementato presso il Comune. I server dedicati alla videosorveglianza sono allocati e custoditi presso il CED del Comune ed accessibili solamente alle forze di Polizia Locale. Stiamo implementando anche dei collegamenti sicuri con il Comando dei Carabinieri e con il Commissariato di Polizia di Marino. Le immagini, per garantire la privacy, sono archiviate per un massimo di 7 giorni secondo le disposizioni della Prefettura di Roma.
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