In Italia i processi sono interminabili, ma talvolta si supera il limite della decenza.
Accade ai ricorsi contro la cementificazione del Divino Amore, che attende ormai da ben otto lunghissimi anni che il TAR fissi finalmente una data per la discussione. A preoccupare il comitato Argine via Divino Amore, Italia Nostra e Legambiente Appia Sud è soprattutto il fatto che i ricorsi presentati dai costruttori solamente l’anno scorso hanno ricevuto un accoglimento positivo.
Ci mancherebbe che ottengano prima loro la data della discussione dei ricorsi, insomma, la qual cosa non è purtroppo da escludere, viste le enormi implicazioni politiche alla base della cementificazione di quell’area.
Sembra di calarsi sempre più nei panni di Don Chisciotte durante la battaglia contro i mulini a vento. Siccome stiamo anche precipitando verso una forma di partecipazione politica sempre più alienata dalla realtà, claustrofobicamente limitata a meme satirici e abbinata ad un astensionismo delirante, non è errato pensare che tutta questa storia possa produrre nuovi argomenti per le prossime amministrative, ma zero fatti.
Anzi, il timore è che si cada in un nulla di fatto in termini di salvaguardia dell’ambiente, per ritrovarsi con ettari di brutte case proprio in mezzo ad una riserva di verde bellissima.
Talvolta, anziché fare i giornalisti, ci sorge il dubbio che convenga essere tutti giuristi, almeno per sapere se da qualche parte sta scritto che, passato un certo periodo di tempo, ogni ricorso decada e tutto torni alla situazione iniziale, con la differenza che chi voleva speculare possa farlo a quel punto per diritto acquisito.
Debora Esposto
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