Lo scorso 20 ottobre 2017 è stata una giornata importante per la storia di Nemi e dell’Italia. Infatti, nella collezione privata di una persona di nazionalità italiana, ma residente a New York, i Carabinieri della Tutela Patrimonio Culturale hanno ritrovato un mosaico proveniente da una delle antiche navi di Nemi. Il mosaico ha dimensioni di 1,5 metri per lato con colorazioni che variano dal rosso carminio, verde, ocra e blu che vivacizzano uno splendido ricamo floreale. La notizia del suo ritrovamento, insieme ad altri preziosi reperti, è stata data durante una conferenza stampa indetta al Consolato Generale di Italia a New York. Nel corso della conferenza stampa erano presenti il Ministro Dario Franceschini, il quale ha dichiarato che il prezioso reperto tornerà presto a Nemi, il Comandante dei Carabinieri della Tutela del Patrimonio Culturale Fabrizio Parrulli e l’Ambasciatore di Italia negli Stati Uniti Armando Varricchi. Fra gli altri reperti ritrovati ci sono un vaso a figure rosse risalente al IV secolo a.C. proveniente da uno scavo clandestino in Campania che è arrivato al Metropolitan Museum della metropoli statunitense. Il Museo newyorkese una volta venuto a conoscenza della storia del reperto ha deciso di restituire il vaso al suo Paese di origine. Oltre a questo reperto è stata anche ritrovata un’anfora del V secolo proveniente dalla Puglia e finita in una galleria di arte della Grande Mela. Il Ministro Franceschini ha dichiarato che “grazie alla preziosa attività dei Carabinieri e della fattiva collaborazione delle autorità USA presto i reperti torneranno a casa”. Anche il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci ha esternato la sua soddisfazione: “sono felice e non posso che ringraziare lo sforzo congiunto delle autorità italiane e americane” mentre, prosegue il Sindaco della cittadina lacustre, “attendiamo a braccia aperte i reperti da poter restituire all’ Italia e a Nemi”. Le due navi di Nemi fanno parte di un ritrovamento avvenuto durante il Ventennio fascista che le riportò alla luce dopo alcuni infruttuosi tentavi nel corso del Rinascimento e del XIX secolo. Venne poi costruito un Museo nel 1940 e inaugurato da Mussolini in persona per poter conservare e rendere fruibile al pubblico i preziosi reperti, fra cui il mosaico, recuperati dalle acque del lago di Nemi dopo il suo parziale prosciugamento. Durante gli eventi bellici le navi vennero però distrutte da un incendio doloso che si riteneva in passato appiccato dai tedeschi ma una recente teoria, avvalorata da alcune foto di epoca, lo ritiene accidentalmente innestato dagli sfollati italiani che accendevano fuochi per cucinare e per scaldarsi. Dopo l’incendio le tracce del mosaico si persero nelle pieghe del tempo fino allo scorso 20 ottobre. Nel corso della scorsa estate si è svolta nel lago di Nemi anche una campagna di ricerca di una terza nave la cui presenza è stata teorizzata da un architetto di Genzano, Giuliano Di Benedetti. Al momento di scrivere però le ricerche di archeologia subacquea svoltesi nelle profondità del lago non hanno dato alcun frutto.
Danilo Governatori
Devi essere connesso per inviare un commento.
La società editrice di free-press La voce dei castelli sta selezionando giornalisti per le zone dei Castelli Romani . Offriamo un percorso di almeno 2 anni per ottenere il tesserino di pubblicista.
Si prega di inviarci una mail allegando il curriculum vitae formato europeo : lavocedeicastelli@libero.it
Copyright 2018 La Voce dei Castelli