“Aspettando la Bardot” al Concorso del Cinema dei Castelli Romani Intervista con il regista Marco Cervelli
“Aspettando la Bardot” con la regia di Marco Cervelli ha partecipato alla seconda edizione del Concorso del Cinema dei Castelli Romani, un concorso internazionale cui prendono parte 7 film e si svolge appunto ai Castelli. La serata conclusiva si è tenuta a Palazzo Chigi ad Ariccia, dove “Aspettando la Bardot” si è aggiudicato il premio come migliore attrice non protagonista a Simona Borioni e per la migliore canzone originale.
Mi è sempre piaciuto fin da quando ero ragazzo. Ho fatto economia aziendale alle superiori e mi sono subito reso conto che non era la mia strada. Così all’Università ho frequentato il Dams a Bologna, con indirizzo cinema, e poi mi sono trasferito a Roma, dove ho iniziato a lavorare come assistente dell’assistente dell’assistente dell’assistente…
Ma mi sono avvicinato molto anche al mondo del teatro. Anche per questo credo che il film mi rappresenti.
Mentre scrivevo il film cercavo il titolo di un’opera da far recitare alla compagnia teatrale, protagonista del film. Mi è sempre piaciuta l’idea di “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, in cui ci sono due personaggi che sono sempre lì, in attesa di qualcosa. Nel mio caso però i personaggi non erano solo due, e allora un po’ per quello che la Bardot rappresenta, cioè un’idea ideale che racchiude in sé passioni, amori e amicizie, un po’ per la stima nei confronti di Beckett, e un po’ per la piacevole assonanza che si creava e che rimandava lontanamente ad “Aspettando Godot”, è nato il titolo “Aspettando la Bardot”.
È sicuramente un film di relazioni, di storie legate a passioni, a idee. Un film di sentimenti in cui c’è un’attesa e dove bisogna saper cogliere l’occasione quando arriva.
Volevo rendere in maniera evidente come spesso due persone che stanno insieme si parlano ma non si ascoltano. La scena iniziale del film rappresenta proprio questo. Il personaggio di Peppino Mazzotta si parla addosso, e la moglie non gli risponde, finché alla fine non glielo fa palesemente notare.
Assolutamente si. Tutti i personaggi femminili hanno la caratteristica di mettere gli altri personaggi di fronte alla realtà, o di riuscire a far tirare loro fuori qualcosa che non riescono a dire o esprimere. In questo la battuta di Simona Borioni, che chiude il film, è la prova lampante. Così come anche Martina Tonarelli mette Nicola Nocella nella condizione di dover prendere una decisione, o Desirée Giorgetti che dà una svolta alla storia personale di Peppino Mazzotta, fino a giungere al personaggio interpretato da Jennifer Mischiati.
Questa frase è anche un po’ un’autocritica nei miei confronti. Penso sia necessario misurarsi prima di tutto con se stessi, essere contenti di quello che si sta facendo, ed essere consapevoli di fare il massimo quando ci si trova davanti ad una scelta importante nella propria vita, come accade a Massimo, interpretato da Nicholas Gallo, nel film.
Si, sono i due ragazzi in motorino, amici per la pelle, che creano più confusione, interpretati da Lorenzo Demaria e Angelo Sateriale. Nel loro prendere la vita alla leggera e fare una mascalzonata dopo l’altra, sono in realtà i due personaggi più completi, con maggiore consapevolezza della propria vita.
Un film che lancia molti spunti di riflessione, senza mai essere banale. Complimenti al regista e a tutto il cast per i premi ricevuti al Concorso del Cinema dei Castelli Romani.
Sara Leone
Leggi anche:
La poesia all’epoca di Twitter, edizione 2018/2019
Devi essere connesso per inviare un commento.
La società editrice di free-press La voce dei castelli sta selezionando giornalisti per le zone dei Castelli Romani . Offriamo un percorso di almeno 2 anni per ottenere il tesserino di pubblicista.
Si prega di inviarci una mail allegando il curriculum vitae formato europeo : lavocedeicastelli@libero.it
Copyright 2018 La Voce dei Castelli