Storicamente l’uso del contante era stato regolamentato già nel decreto antiriciclaggio del 2007 e continuamente modificato. Il governo Berlusconi indicò il limite in 2500 euro, il governo Monti in 1000, il governo Renzi in 3000.
La Legge di Bilancio del 2019 ha introdotto soltanto alcune lievi novità in merito al limite dei pagamenti in contanti per gli stranieri. L’importo massimo passa da 10.000 a 15.000 euro e la deroga si applica non solo ai cittadini extra-UE ma anche a chi proviene da Paesi dell’Unione Europea.
Il limite all’uso dei contanti 2019 è 3.000 euro (2.999,00 euro per la precisione), salvo per il money transfer che è fermo al limite dei 1.000 euro.
La normativa attualmente vigente prevede quindi il divieto di pagare ad uno stesso soggetto e nella stessa giornata, importi in contanti pari o superiori ad euro 3.000.
Il problema dell’uso del denaro contante è quindi un problema da lungo dibattuto, perché avere del denaro contante potrebbe essere utile per l’economia quotidiana, ad esempio nell’andare a comprare il pane o per le persone meno giovani che si adeguano con più difficolta alle novità, ma senza dubbio potrebbe favorire l’evasione, i sistemi corruttivi e agevola la criminalità organizzata. È altrettanto vero che l’uso del “denaro elettronico” non solo è ampiamente utilizzato, ma con questo strumento i movimenti sono più tracciabili, si garantisce una perfetta trasparenza dell’economia reale evitando i pagamenti in nero e pertanto garantendo il cammino verso l’auspicata equità fiscale perché vale sempre l’assioma che se tutti pagassimo le tasse, le tasse sarebbero meno per tutti!
Guido Sparvieri
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