La legge 104 del 1992, modificata nel corso degli anni, è il riferimento legislativo “per l’assistenza, l’integrazione sociale, per i diritti delle persone handicappate”.
Si tratta di una legge importante ad elevato impatto sociale che ha la finalità di garantire una migliore assistenza alle persone con difficoltà.
Di seguito, vediamo le cose più importanti da sapere sulla legge 104.
Come ottenere le agevolazioni della legge 104?
Per poter usufruire delle agevolazioni sul lavoro, i familiari (entro il terzo grado di parentela) o il medesimo lavoratore disabile, debbono seguire un iter burocratico abbastanza articolato che inizia con il medico di famiglia che formula la richiesta; questa viene istruita dal competente Distretto Sanitario con apposita commissione composta anche da medici specialisti, funzionari INPS e, se accolta, chi ne fa richiesta gode di particolari agevolazioni sul lavoro.
In cosa consistono le agevolazioni?
Le agevolazioni per i lavoratori che assistono il disabile o per il lavoratore disabile, sono stabilite dell’articolo 33 di questa legge. Queste si articolano in: tre giorni al mese di permesso retribuito ed in alcuni casi anche in due permessi giornalieri per i familiari e per il lavoratore disabile un permesso di due ore al giorno o di tre giorni al mese.
Certamente l’aiuto, sebbene sia concreto, non può soddisfare in pieno le esigenze e probabilmente la legge andrebbe riformata per dare maggior assistenza alle persone bisognose ma questo può provocare alcuni disservizi nell’ambiente di lavoro specie se articolato in turni, in quanto i colleghi della persona beneficiaria devono vicariare i servizi e l’attività lavorativa per chi è usufruttuario dei benefici stessi. Ovvero si potrà avere un “calo di produttività” dell’unità operativa in cui è in forza il beneficiario.
Licenziamento per chi abusa dei permessi
Talvolta – come spesso accade – si assistono ad episodi non certo gratificanti di persone che mentre usufruiscono di queste agevolazioni, sono “taggate” sui social mentre sono in vacanza o altri ameni servizi che poco hanno a che fare con il dare assistenza a persone portatrici di handicap, sminuendo così un servizio di alto valore sociale che potrebbe essere anche incrementato e che confligge a volte con inconvenienti di questo tipo.
Su questo aspetto, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8784 del 2015, pone dei limiti all’abuso, dichiarando pienamente legittimo il licenziamento per il dipendente che utilizza le ore concesse dalle legge 104 in maniera non opportuna poiché viene leso il rapporto di fiducia tra il dipendente e il datore di lavoro.
Le cronache, anche quelle romane, non sono prive della descrizione di questi furbetti a cui dovrebbe andare la nostra totale disapprovazione e che non consente di incrementare l’assistenza a chi si trova in bisogno. La percentuale di beneficiari della legge 104, tra i dipendenti di Roma Capitale, è otto volte superiore alla media nazionale nel settore privato (3,15 per cento, fonte Inps). Nella fattispecie, i dipendenti comunali con il congedo per assistere i parenti invalidi sono 6.217 su 24mila. Più di uno su quattro. E nel 2017 tre dipendenti del Campidoglio sono finiti sotto l’occhio della procura per aver abusato dei permessi.
Guido Sparvieri
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