Cari lettori, tra qualche giorno entrerà in vigore la riforma voluta fortemente dal Ministro Bonafede sulla prescrizione, tema molto sentito nelle fila del Movimento 5 Stelle, ma ostacolato dal mondo forense e dall’opposizione.
Ma cos’è davvero la prescrizione?
È un istituto giuridico estremamente controverso perché, se da un lato garantisce la persona indagata di non esserlo a vita, dall’altro introduce un principio non diffuso nei restanti paesi di non punibilità qualora il processo superi limiti di tempo predeterminati.
Perché avviene?
Molto spesso la prescrizione è un effetto di un disservizio della giustizia, in quanto si dovrebbe auspicare una giustizia rapida e con tempi certi.
Quanti ne beneficiano e in che grado di giudizio?
Nel 2017, in base ai dati della Direzione generale di Statistica e analisi organizzativa del Ministero della Giustizia, a cui possiamo aggiungere quelli della Cassazione penale, sono stati definiti per prescrizione poco meno di 126 mila procedimenti penali su Un Milione!
Nello specifico quasi 67 mila erano nelle fasi iniziali del processo, davanti al Gip o Gup, quasi 27.500 davanti al tribunale ordinario, circa 2.500 davanti al giudice di Pace, poco più di 28 mila in Corte di Appello e 670 in Cassazione.
Quindi, per capire meglio la riforma del Ministro Buonafede, se la dovessimo applicare con i dati sopra citati, riguarderebbe quindi poco più di 28 mila prescrizioni ma non interesserebbe invece le quasi 100mila prescrizioni che avvengono prima della sentenza di primo grado: quelle continuerebbero a verificarsi anche dopo l’entrata in vigore.
In sintesi, siamo davvero sicuri che questa riforma è davvero utile e prioritaria oppure è solamente una delle tante bandierine ad effetto, ovviamente a spese di ciascuno di noi che per la lentezza burocratica e procedurale potrebbe essere “ostaggio” di una controversia a vita?
Ciò che andrebbe auspicato è rendere l’amministrazione della giustizia efficiente e quindi mettere in atto tutte quelle dottrine di tecnica manageriale che impongono un’efficiente amministrazione delle risorse umane a cominciare dai dirigenti, funzionari e collaboratori dei giudici, ed in ultima analisi stabilire dei criteri di giusta produttività anche dei giudici che devono rispondere come tutti i funzionari dello Stato a delle logiche di efficacia ed efficienza come non sempre, attualmente, sembrerebbe verificarsi.
Guido Sparvieri
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