Una società democratica si basa sul rispetto delle regole sia etiche sia giuridiche. Al Comune di Albano troppo spesso non si rispettano né le une né le altre. Su queste pagine, per esempio, abbiamo ricordato il caso della petizione per la conservazione e la salvaguardia delle ville storiche e le aree verdi di Albano, firmata da più di 1000 cittadini, che non è stata nemmeno presa in considerazione e, anche se il Difensore civico è intervenuto chiedendo all’amministrazione di provvedere, nulla è accaduto. L’ultimo caso è quello dell’IMU, in cui il Comune non rispetta le leggi nazionali e scarica le proprie inefficienze sulle spalle dei cittadini. Questo fatto è stato portato alla nostra conoscenza dal professor Giorgio Sirilli al quale abbiamo chiesto un approfondimento.
Professor Sirilli ci può spiegare qual è la materia oggetto del contendere?
La questione è questa: i contratti di affitto concordato tra proprietario e inquilino danno diritto ad uno sconto sull’IMU, e l’Ufficio tributi pretende che il proprietario consegni copia del contratto registrato presso l’Ufficio delle entrate. Il punto è che in Italia vige una specifica legge che vieta a una pubblica amministrazione di chiedere ai cittadini informazioni detenute da altre amministrazioni. La legge e la logica vorrebbero, dunque, che il Comune chiedesse all’Agenzia delle entrate un file con i contratti concordati senza importunare i cittadini – e che, ovviamente, l’Agenzia lo fornisca. Niente di più semplice nell’era dell’informatica, basta un click.
Qual è invece la richiesta che le è stata fatta?
Secondo i funzionari del Comune di Albano i cittadini devono recarsi all’Ufficio tributi nei giorni prefissati, fare la fila (spesso lunga) e consegnare copia del documento; questa prassi illegittima è in atto da mesi e i contribuenti ignari la stanno seguendo. Chi non seguirà la procedura, pur avendo versato quanto dovuto, è destinato a ricevere un’ingiunzione di pagamento, verosimilmente inclusiva di sanzione, perché, secondo il Comune, la sua dichiarazione IMU è infedele.
Cosa comporta tutto questo per i cittadini?
A conti fatti, se si sommano i costi diretti e indiretti scaricati impropriamente sui cittadini (fotocopie, parcheggio in centro, ore perse negli uffici) si può stimare un onere di 20.000 euro. A ciò si devono aggiungere i costi che dovrà sostenere il Comune per la predisposizione e l’invio di accertamenti palesemente contra legem – diciamo altri 5.000 euro.
Lei ha provato a spiegare ai funzionari cosa dice la legge?
Sin dal mese di giugno dell’anno scorso ho portato all’attenzione dell’amministrazione il problema ma questa, come suo inveterato costume, non si è peritata di dare risposta alle varie lettere protocollate ed ha tirato dritto per la sua strada. Vedremo se ci sarà una resipiscenza o se sarà necessario ricorrere alle autorità di vigilanza che poi, inesorabilmente, chiameranno i responsabili a dare ragione di un comportamento che può configurarsi, tra l’altro, come abuso di potere e danno erariale. La lezione è che troppo spesso al Comune di Albano il rispetto delle regole, a partire da quelle che obbligano gli amministratori a rispondere ai propri cittadini, è un optional.
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