Sono recentemente circolate notizie sul rapporto tra i romeni in Italia e il loro coinvolgimento nella criminalità, che necessitano di alcune precisazioni. Il Dossier Statistico Immigrazione, realizzato da Idos con la collaborazione della rivista interreligiosa Confronti e il sostegno del Fondo Otto per mille della Chiesa Valdese, ha approfondito i dati disponibili (aggiornati al 2014) sul rapporto tra gli stranieri (e, in particolare, i romeni) e la criminalità, forniti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno.
Tra il 2004 e il 2014 le denunce nei confronti degli italiani sono aumentate del 40,1% e quelle nei confronti degli stranieri del 34,3%, nonostante la popolazione italiana sia risultata in leggera diminuzione e quella straniera più che raddoppiata nello stesso periodo. Di conseguenza l’incidenza degli stranieri (residenti, irregolari, di passaggio, turisti) è diminuita di un punto percentuale, attestandosi sul 31,4% sulle denunce totali.
Per quanto riguarda le singole fattispecie, tra gli stranieri sono più ricorrenti i furti (che comunque costituiscono anche per gli italiani la prima fattispecie delittuosa), mentre gli italiani sono notevolmente più esposti alle denunce per truffe e frodi informatiche. Questi e altri dati si rilevano dal capitolo dell’ultimo Dossier statistico “Una equazione sbagliata: cittadini stranieri e denunce penali” (consultabile su www.dossierimmigrazione.it).
I romeni (1 milione e 151 mila al 1° gennaio 2016), il 44,3% della diaspora romena nell’intera UE, hanno una rilevante incidenza (pari al 20,9%) sulle denunce contro stranieri (307.978), ma la loro incidenza sul totale dei 5 milioni e 26mila residenti stranieri in Italia all’inizio del 2016 è più elevata (22,9%), risultando leggermente sottorappresentati tra gli stranieri autori di fatti di devianza.
Non è superfluo ricordare che i romeni costituiscono il nerbo principale dei quasi 2,5 milioni di lavoratori stranieri in Italia e gestiscono quasi 50mila imprese.
Secondo il Presidente di Idos Ugo Melchionda, “seppure l’andamento registrato nel corso degli anni 2000 sia tutt’altro che soddisfacente e si debba pervenire a un livello di integrazione più organico, questi dati servono per evitare la riproposizione dello stereotipo presenza romena = criminalità, come già nel passato era avvenuto per il Marocco e l’Albania, e rende sempre necessario fare ricorso a dati statistici, affidabili e comparabili”.
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