Sul tetto e sul campanile della chiesa di Santa Maria della Rotonda è un po’ di mesi che crescono in maniera davvero rigogliosa dei bellissimi fiori, con radici importanti che, immaginiamo, stanno creando parecchi danni.
È davvero uno spettacolo particolare quello che appare ai residenti, e soprattutto ai turisti, che si avvicinano a quello che, forse, è il gioiello più prezioso della città.
La chiesa – uno dei siti più belli e ricchi di storia dei Castelli Romani – sorge su di un antico ninfeo della Villa di Domiziano, interessante precedente architettonico del Pantheon di Roma. L’antico ninfeo romano su cui sorge la chiesa, venne probabilmente riadattato a terme sotto il governo di Settimio Severo, per essere utilizzato dagli ufficiali della Seconda Legione Partica; se ne trovano le tracce anche nella trasformazione del pavimento in mosaico decorato con motivi di mostri marini. All’interno è possibile ammirare la meravigliosa icona della Madonna con Bambino di stile bizantino, situata sopra l’altare centrale, ridipinta nel XV secolo; ed altri affreschi, come quello della “storia della vera croce” del XIV secolo, e quello con Sant’Anna, San Giovanni e Sant’Ambrogio, attribuito al Cavallini. Gli altari del Santuario sono ricavati da frammenti di trabeazioni marmoree romane del III secolo d.C. provenienti dall’accampamento dei legionari di Settimio Severo.
La chiesa della Rotonda è un bene della nostra collettività affidato alla Curia vescovile la quale ha dunque il dovere di conservarlo e di assicurarne la necessaria manutenzione. Se non si interviene al più presto i danni aumenteranno esponenzialmente. Oggi si tratta di estirpare le piante, domani si dovrà intervenire sulle strutture del tetto e sulla facciata. Riteniamo, quindi, che la Curia abbia un preciso obbligo nei confronti di un nostro bene e l’amministrazione comunale di farlo rispettare.
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