Quarantatrè artisti presentati su 4000 metri quadri per 35 sale, 18 nuove produzioni e più di trecento opere esposte per un budget complessivo di 1,8 milioni di euro. Questi i numeri della XVII edizione della “Quadriennale di Roma” aperta al Palazzo delle Esposizioni il 30 ottobre scorso, chiusa dopo una settimana per l’emergenza Covid e che molto probabilmente riaprirà qualche giorno prima di Natale. Il titolo “Fuori” è indicativo: «E’ una speranza – nelle parole del Presidente della Regione Lazio Zingaretti pronunciate all’inaugurazione – un’esortazione a rimetterci in moto, ad esplorare nuove strade quando avremo finalmente superato il trauma della pandemia. Ne abbiamo bisogno, ora più che mai». Una mostra che vuole essere transgenerazionale e multidisciplinare e che per la ricchezza delle linee di ricerca seguite dagli artisti degli ultimi sessant’anni ha convinto i curatori, Sarah Cosulich e Stefano Collicelli, ad individuare tre ambiti tematici su cui costruire il percorso espositivo: il Palazzo, come metafora del riferimento tra arte e potere; il Desiderio, per l’esigenza di sedurre che da sempre accompagna l’arte; l’Incommensurabile, ciò che porta gli artisti ad abbracciare fino in fondo le proprie ossessioni evitando di cadere in uno stile ripetitivo. Nelle intenzioni dei curatori dunque la Mostra deve mettere in risalto la multidisciplinarietà interagendo con tutte le forme artistiche: dal teatro al cinema, dalla danza all’architettura, dalla moda alla musica al design. Un approccio che caratterizza i molti artisti presenti e che li ha portati ad essere poco presenti nelle narrazioni ufficiali. Una Quadriennale che rappresenta una sfida, come ha affermato in una recente intervista Sarah Cosulich, una dei curatori della Mostra, una parola che ricorda anche la “fiducia” con la quale uscire ‘fuori’ dalle restrizioni fisiche e mentali di questo lungo periodo di pandemia. Una Mostra che esplora e accompagna le ‘ossessioni’ dei singoli artisti, che emozionano e mantengono una follia positiva. Il catalogo della Quadriennale è edito da Treccani in inglese ed in italiano e vuole essere anche un’antologia sull’arte contemporanea italiana.
Roberto Canò
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